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La Selva di Fasano

La Selva di Fasano, la cui altitudine massima è di 420 m sul livello del mare (viale dei Pini nei pressi dei tralicci dei ripetitori televisivi) di altitudine, è luogo di villeggiatura per i fasanesi per la freschezza e la salubrità dell'aria, in passato indicata per la cura delle malattie polmonari.

Raggiungibile in appena 6 Km dal centro cittadino, la Selva è ricca di trulli, villette e abitazioni molte delle quali a disposizione per l’affitto ai vacanzieri e per attività ricettiva extralberghiera.

Il centro della Selva è la Casina Municipale, un ampio parco dominato da pini possenti nel quale, durante l'estate, si susseguono spettacoli, manifestazioni canore e sportive, feste e rappresentazioni teatrali.

Accanto alla Casina Municipale sorge il Palazzo dei Congressi che in estate ospita appuntamenti culturali tra cui la Mostra dell'Artigianato Fasanese.

Viale Toledo è il luogo di ritrovo per una fresca passeggiata.

La bella chiesa “Trullo del Signore” dedicato alla Madonna Addolorata è un esempio nostrano di imponente costruzione con cupole a trullo. All'interno vi sono pregevoli opere d'arte tra cui le vetrate policrome, un via Crucis incisa su grandi lastre di marmo,  il tabernacolo, i lampadari, la Madonna Addolorata, opere in terracotta dello scomparso artista barese Raffaele Spizzico.

Il centro sportivo Tennis Club offre la possibilità di disputare nel periodo estivo tornei e di assistere, in agosto, ad un torneo nazionale open.

Diverse sono le strutture alberghiere, tra cui il Sierra Silvana, il Miramonti, La Silvana, il Borgo dei Lecci, il  Selva Club Monacelle, mentre ricercati sono i ristoranti quali il Fagiano, la Siesta, La Grande Quercia, Pizzichella, La Silvana, la braceria della Masseria Lisi, mentre luoghi per un buon caffè e una colazione sono il Barrino, il Bar Apollo e il Boho Café.

Parlando della Selva di Fasano non si può cominciare che con un motto, simbolo di questa località: “Quaris ubi beate vivitur?Sscito, authic, aut nullibi”, “Non c’è chi non cerchi il luogo dove si possa essere felici, o qui i nessun altro luogo”.

L’incisione, anonima, nella vecchia pietra racconta di un luogo di villeggiatura tanta amato dai fasanesi e da quanti hanno avuto l’occasione di conoscere la Selva di Fasano. 

La Selva, un territorio esteso, variegato, interessante e ricco di sorprese ad ogni svolta; panorami che mutano continuamente e che affascinano; colori intensi, dall’azzurro del cielo, al verde della natura, dal bianco dei trulli, al grigio dei muretti a secco, al rosso-arancio dei tramonti; e poi la notte dà la possibilità di ammirare un paesaggio da presepio…


Dalla strada delle “giritoie” in un baleno si arriva da Fasano alla Selva, costeggiando e incrociando gli antichi tratturi che i nostri nonni e bisnonni percorrevano a piedi due volte al giorno per raggiungere quei trulli e “casine” dove si trasferivano, dopo la festa di san Giovanni sino alla vendemmia (festa di san Michele) per sfuggire alla calura estiva. Un percorso suggestivo, tra stretti tornanti ed edicole votive.

La rotonda di “Marianna la Varra”, quella che porta al presidio militare dell’aeronautica, offre un panorama stupendo a 180°, da Monopoli a Ostuni e  Locorotondo, passando per la piana degli ulivi, nella quale è incastonata Fasano, ammirando il mare di cui arriva il profumo nei giorni di maestrale.


Tutte le strade portano… al centro, tra i viali alberati, moderne villette, impenitenti condomini e splendida abitazioni che si alternano a trulli antichi, pioniere costruzioni dell’insediamento umano alla Selva.

Il cuore della Selva è viale Toledo, con la sua Casina Municipale, i locali di ritrovo, la chiesa parrocchiale; la strada del passeggio serale; una zona che dovrebbe tornare ad essere luogo di ritrovo, aggregazione e intrattenimento.

Andando verso la periferia, la Selva lascia i panni della nobile signora e veste quelli della verace contadina, con campi coltivati, pascoli e masserie. Si arriva presto ai confini con la provincia di Bari e si incontrano gravine, boschi e contrade.

Nella zona di Castelluccio, poi, un panorama da favola: la valle del Canale di Pirro, vista dall’alto con i campi e i vigneti delimitati dai muretti a secco, un trionfo di luci con le colline dai profili rotondeggianti che fanno da quinta separando il cielo dalla terra, trulli e villette che si alternano punteggiando i campi che cambiano colore ad ogni stagione: verde smeraldo dell’erba fresca in primavera, giallo oro dell’erba secca in estate, arancio in autunno quando i pampini delle viti appassiscono, marrone in inverno quando la terra viene arata e rivoltata. E poi, improvviso, un diamante che splende bellissimo: la contrada di Cocolicchio che si innalza su un’altura, rimasta immutata, fedele a se stessa nonostante l’incedere del tempo.

La Selva, luogo di ricordi, nostalgica per i fasti del passato che la videro regina incontrastata del turismo pugliese, posto di villeggiatura, sito da preservare o da valorizzare, ambiente dalla natura generosa e incontaminata, zona da amare…

Innumerevoli sono le chiavi di lettura. Ciascuno usi la propria, anche perché la Selva, sa farsi apprezzare, ispira simpatia a priori, già prima di conoscerla.

E chi l’ha conosciuta non può che amarla!

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