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La Gravina di San Donato

Il territorio di Fasano è ricco di lame cioè avvallamenti scavati dal deflusso delle acque piovane che dalla collina raggiungono il mare. Sono una sorta di ruscelli nei quali l'acqua fluisce quando piove.

La Gravina di San Donato rappresenta uno dei luoghi di contatto con la natura più belli presenti nel territorio di Fasano. Visitabile grazie a una lunga scalinata che la percorre formando una via diretta tra Fasano e la Selva, è caratterizzata dalla presenza di specie vegetali ed animali tipiche della macchia mediterranea.

Il nome è stato attribuito grazie alla presenza di una caratteristica grotta-cappella dedicata proprio a San Donato, protettore contro il mal della luna, l'epilessia. Da qualche anno il Comitato che si occupa di organizzare la festa in onore di san Donato ha inteso valorizzare questo bellissimo scorcio di natura: il ripristino dei tradizionali muretti a secco, l’attivazione dell'illuminazione alimentata da fonti rinnovabili che rendono la gravina visitabile anche in serata, diversi cartelli grazie ai quali è possibile conoscere le specie animali e vegetali che si possono incontrare nella zona.

L’obiettivo è quello di realizzare un percorso di trekking, così da permettere agli amanti delle passeggiate nella natura di percorrere l’intero sentiero della gravina.


La chiesetta di san Donato, si suppone risalga alla seconda metà del XVI secolo, quando ci fu la divisione fra i comuni confinanti di Fasano, Alberobello, Monopoli, Locorotondo e Castellana, in rapporto al numero degli abitanti, della zona demaniale sui monti, la Selva. Si trattava di boschi di leccio, quercia e di macchia mediterranea che vennero in buona parte rimossi per far posto ad apprezzamenti di terreno nei quali avviare la coltivazione della vite, del fico, di grano e ortaggi. Per raggiungere rapidamente la Selva venne creata una viabilità fatta di strade sterrate molto ripide e di scalinate che attraversavano le colline dove stavano sorgendo case rurali che venivano utilizzate soprattutto d'estate. Lungo queste strade spesso sorgevano delle cappelline votive e il camino era scandito dalla recita di preghiere e rosari.


Quasi a conclusione della scalinata di questa gravina venne scavata una grotta e realizzata la cappella dedicata a San Donato, vescovo vissuto nel IV secolo; durante una persecuzione fuggì da Roma e si rifugiò ad Arezzo dove visse nella preghiera operando conversioni e prodigi; fu martirizzato il 7 agosto del 362 e le sue spoglie riposano nella cattedrale gotica della città toscana. Viene considerato protettore contro l’epilessia (il mal della luna) malattia che colpiva molta gente, caratterizzata da convulsioni incontrollabili. I nostri avi amavano molto questo santo e in questo luogo si presume portassero gli ammalati e festeggiavano il 6 agosto, dedicandogli una caratteristica festa che si svolge ancora oggi. Non sappiamo bene se in questa cappella ci fosse anche qualche monaco eremita che ne curasse il culto, ma è certo che i fasanesi sono sempre stati molto legati alla figura di San Donato.

La cappella, sopraelevata rispetto alla scalinata, è angusta ed è caratterizzata dalla presenza di un altare sul quale c'è un bassorilievo in pietra che raffigura il mezzo busto di San Donato nella classica iconografia di vescovo benedicente non alla greca. Indossa il camice bianco una pianeta rossa e in testa a la tiara in mano porta il pastorale ai lati di questo bassorilievo ci sono due angeli. L'altare nella parte frontale presenta una decorazione che è stata rimaneggiata più volte nel tempo ma conserva due stemmi gentilizi appartenenti a famiglie di notabili che non sono facilmente individuabili.

Questa cappella molto semplice nella sua struttura è tanto cara ai fasanesi e ai silvani che continuano a dedicargli una delle feste più belle e partecipate nel corso dell'estate.

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