Il Minareto
Simbolo della Selva (e dell’Associazione Pro Selva) è il Minareto, una costruzione in stile moresco, dalle forme orientaleggianti che Damaso Bianchi, discendente di una nobile famiglia fasanese, fece costruire nel 1912.
Rimasto affascinato dall’Oriente, probabilmente dopo un viaggio in quelle terre, Damaso Bianchi (Bari 1861-1935) fece realizzare su uni dei luoghi più panoramici della Selva questa costruzione che curò in ogni dettaglio e chiamò “Minareto” per via dell’originale torre che svetta dalla vegetazione e che rende unica questa costruzione in stile ecclettico. Dalla villa e dalla torre del Minareto si ammira e si resta incantati dal panorama che a 360° spazia dal mare ad est, per perdersi nella valle del Canale di Pirro sino alle ultime propaggini delle Murge ad Ovest.
Il Minareto ai tempi della Belle Epoque fu luogo di rinomate feste mondane e di cultura, visto che don Damaso era anche un apprezzato pittore. In cima alla torre veniva acceso un lume ad acetilene per simboleggiare il faro della cultura, il sacro fuoco dell’arte.
Nel 1935 Damaso Bianchi si spense in seguito ad una paralisi che lo aveva colto 3 anni prima.
Nel 1937 il primogenito di Damaso, Giuseppe, vendette il Minareto, ad un prezzo simbolico, alla GIL (Gioventù Italiana del Littorio) di Brindisi, con lo scopo di farne una colonia climatica per bambini intitolata al genitore.
Così fu sino agli anni ’50 e ’60 del secolo scorso.
Nel 1975 una legge decretò la soppressione degli Enti “inutili” e così venne sciolta la “Gioventù Italiana” e il bene passò alla Regione Puglia (febbraio 1976).
Dopo vari tentativi, nel 2003 la Regione Puglia ha concesso in fitto al Comune di Fasano la struttura e sono in corso lavori e progetti per il recupero della villa di cui poco è rimasto dell’originario sfarzo.
Nel 2006 è stato effettuato dal Comune di Fasano un intervento di ripristino dello spazio esterno antistante l’ingresso e vi si sono tenuti alcuni incontri e concerti.
Dal 2013 al 2015 l’Associazione Pro Selva chiese ed ottenne dall’Amministrazione comunale la gestione dello spazio esterno di Villa Damaso Bianchi, provvedendo alla sua cura e manutenzione, allestendo numerosi incontri, manifestazioni, mostre e concerti che hanno messo in risalto la vocazione quale contenitore culturale del bene.
Nel 2015 il Minareto viene segnalato tra i “luoghi del cuore” dell’annuale censimento del Fondo Ambiente Italia raccogliendo oltre 6.000 segnalazioni risultando 5° tra i palazzi storici italiani e 4° in Puglia. Testimone della campagna fu l’attore Ettore Bassi.
Nel 2015 la regione Puglia ha concesso, a titolo gratuito, con diritto di superficie per 99 anni, in favore del Comune di Fasano, l’immobile denominato “colonia collinare Damaso Bianchi” (Minareto); il Comune tramite deliberazione adottata con i poteri del Consiglio dal Commissario Prefettizio Pasqua Erminia Cicoria, ha accettato la concessione, presupposto per l’adozione di progetti di recupero dell’immobile.
Nel 2017 l’Amministrazione Zaccaria realizzò il Selva in Festival (oltre una sessantina di appuntamenti) la cui ideazione si deve all’allora consigliere comunale prof. Vito Bianchi.
Nel 2019 la rassegna musicale “Bari in Jazz2 sostenuta dal Comune di Fasano, è ospitata stabilmente presso l Minareto, mentre lo spazio esterno è uno dei luoghi indicati dall’amministrazione comunale per la celebrazione di matrimoni e unioni civili.
Sono in programma interventi di consolidamento e ripristino delle sale interne e della stessa torre che, una volta completati riporteranno il Minareto all’originario splendore.
Sul futuro uso del Minareto è in corso un dibattito e tante sono le idee: centro culturale, pinacoteca, sede di un’istituzione culturale, ecc. L’idea più affascinante, a nostro avviso sarebbe quella di un contenitore culturale e pinacoteca che ospiti le tele di Damaso Bianchi, attualmente custodite in depositi della pinacoteca provinciale di Bari alla quale furono donate dalla vedova Bianchi.